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Il Duomo di Modena, poesia scolpita nella pietra
Un bestiario fantastico, leggende e favole si accompagnano alle storie della Bibbia e dei Vangeli
Dov'è
Cos’è e dov’è
Il Duomo di Modena è di foggia romanica, come lo concepirono l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo, con qualche elemento gotico introdotto dai costruttori Campionesi. Fu talmente ammirato che fece da modello a tutte le altre cattedrali della pianura padana. Dal 1997 è patrimonio UNESCO. L’esterno è da capogiro, impossibile in questo spazio descriverlo nei dettagli, ma le sculture di cui è popolata la chiesa riassumono l’intero mondo dell’uomo medioevale, il lavoro, le paure, le speranze, le fantasie.
Perché è speciale: le incredibili sculture degli esterni…
All’ingresso, sotto il protiro, un intrico vegetale, quasi un bosco, popolato di esseri mostruosi che rappresentano il peccato, a sinistra le storie di Adamo ed Eva, a destra quelle di Caino e Abele e del Diluvio universale, e sopra il bellissimo rosone dei Maestri Campionesi. Sulla fiancata sud si aprono la Porta Regia, opera dei Campionesi e la Porta dei Principi, con le storie di San Geminiano, della bottega di Wiligelmo. Seguono un pulpito e un bassorilievo rinascimentali....delle absidi e della fiancata nord
Sul retro si ammirano le tre absidi e una splendida vista sulla Ghirlandina, la magnifica torre campanaria. Sulla fiancata nord si apre la Porta della Pescheria, della scuola di Wiligelmo, con le insolite storie di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, gli animali di Esopo e Fedro e i mesi negli stipiti interni.
Curiosità : un dettaglio osé
Sulla fiancata a sud, se alzate lo sguardo scoprirete altre sculture nelle metope che proseguono le lesene. Sono giovani in pose da contorsionisti. Una di queste è molto curiosa: si tratta di un ermafrodito seduto a gambe aperte, con i «gioielli» perfettamente in vista anche se non troppo leggibili per via di colpi di archibugio ricevuti nel ‘500 a causa della sua oscenità . Gli ermafroditi nel medioevo erano visti come mostruosi e ciò spiega la rappresentazione in questo luogo, come parte del bestiario medievale.
Da non perdere: le meraviglie dell’interno
L’interno, maestoso, di mattoni a vista, a tre navate, sorrette da pilastri alternati a colonne, concluse da un presbiterio rialzato, coperte da volte a crociera, è un concentrato di capolavori. Quello che più colpisce è il pontile, con i potenti bassorilievi sulle storie della Passione; è ritenuto opera di Anselmo da Campione, anche se la critica più recente lo colloca più indietro nel tempo. È sorretto da poderosi leoni stilofori e fantastici capitelli, e termina in un ambone circolare. Sopra, un elegante recinto marmoreo di sottili colonne circonda l’altare. Sotto si trova la cripta.
Le terrecotte del Duomo
Prima di uscire da non perdere sono due opere: il grandioso polittico in terracotta, con storie di Maria e di Gesù, opera di un allievo del Ghiberti, e il bellissimo presepe anch’esso in terracotta, di Antonio Begarelli, scultore modenese.
Un po’ di storia
Per il Duomo di Modena si misero insieme le migliori competenze dell’epoca, il misterioso Lanfranco e il grande Wiligelmo. A loro, un secolo dopo, si aggiunsero i Maestri Campionesi. E fu Capolavoro. Iniziato nel 1099 sotto la guida di Lanfranco e Wiligelmo, il Duomo, romanico, è stato continuato e in parte modificato agli inizi del ‘200 dai Maestri Campionesi, scultori del Nord della Lombardia, che gli hanno dato un’impronta gotica. La Ghirlandina, iniziata insieme al Duomo, fu terminata con la cuspide nel 1319.
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