SHARRYLAND
Osteria del Sole, dal 1465
Qui si beve vino da 550 anni, ma il cibo si porta da casa
Dov'è
Cos'è e dov'è
Nel Quadrilatero, cuore pulsante della città sotto le Torri, all'Osteria del Sole si beve vino dal 1465, ma il cibo te lo porti da casa. Il bancone di legno non solo dispensa a piene botti, con gesti noti e confortanti, tanti bicchierini quanti vuoi, ma anche quel sentimento di far parte di qualcosa di più grande, che parte da lontano e non cesserà di scorrerti sotto i piedi.
Perché è speciale
All'Osteria del Sole si gode del piacere di sedersi in compagnia attorno a una bottiglia e di vuotarla a poco a poco, allungando i sorsi con le chiacchiere e bagnando le gole di risate sincere, insieme a studenti usciti da un esame o vecchi che tutto hanno visto. Non è difficile credere che in luoghi come questo, dove si arriva per passaparola e si ritorna dopo aver affittato un cantuccio della propria memoria, siano le pareti, le tavole, i soffitti a orientare la conversazione, e che ci si unisca allo spirito del luogo, seguendone gli umori. Ma anche nutrendolo della propria storia.
Da non perdere
C'è anche la birra e per mangiare il quartiere è gremito di botteghe di ogni tipo. Ma se dopo il vino viene fame, i più esperti vi consiglieranno: uscite dalla porta e raggiungete una delle vicine botteghe, lì chiedete un panino, gustate i sapori della terra, contate in quanti modi si può cuocere una pagnotta o appendere un prosciutto al muro; nell'attesa chiedete ragione di tutti quei prodotti che ci sono sulle tovagliette di carta; poi intascatevi il panino e tornate qui a concludere il discorso.
Un po' di storia
Cinquecento cinquant'anni e sentirli tutti. Sul bancone c'è chi giura di contare gli anni incisi dai gomiti appoggiati come i cerchi nella sezione degli alberi. Un cartello degli anni del fascismo vieta di sputare per terra (chissà che certe idee non siano nate dalle botte in testa per gli scivoloni sugli sputacchi degli avventori dell'Osteria). Un altro intima a consumare prima di mettersi a suonare (data 1968, quando le idee erano tante ma gli spicci per il vino pochi).
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