SHARRYLAND
Parco Regionale Monte Cucco
Aria, terra e acqua ci guidano alla scoperta del Monte Cucco
Dov'è
Cos'è e dov'è
L’estremo confine nord-orientale dell’Umbria è occupato dal massiccio del Monte Cucco che, con i suoi 1566 metri, è una delle cime più elevate dell’Appennino Umbro-Marchigiano. I suoi pendii sono ricchi di sorgenti, corsi d’acqua, forre e orridi, profonde spaccature nella roccia dove scorrono i torrenti impetuosi e si esibiscono in spettacolari cascate, ma anche splendidi boschi, tra cui le faggete antichissime. Tutto questo è oggi protetto dall’istituzione del Parco del Monte Cucco, un territorio dove la natura è ricca, esuberante ed emozionante.
Perché è speciale
Quello del Monte Cucco è coperto da una fitta rete di sentieri per oltre 120 km, grazie ai quali esplorare le impervie e selvagge meraviglie che questa zona offre generosa. Ma la terra non è il solo elemento che ci ospita: anche l’acqua dei torrenti e l’aria fresca al di sopra del monte promettono avventure mozzafiato, tra rafting, torrentismo e parapendio.
Da non perdere
Proprio la vetta del Monte Cucco è utilizzata come area di decollo da numerosi sportivi che praticano il volo libero, il parapendio e il deltaplano; la località è nota anche per aver ospitato diversi campionati mondiali di deltaplano e altre manifestazioni riguardanti il volo. Il Monte Cucco, oltre che per il suo suggestivo fascino, è infatti l’ambientazione ideale per volare con il parapendio, grazie alle sue favorevoli condizioni meteorologiche e orografiche.
Un po' di storia
Nei secoli, i movimenti della crosta terrestre hanno creato all’interno del massiccio una miriade di anfratti, cavità , cunicoli, in seguito riempitisi con acqua piovana filtrata dalle rocce. In alcuni casi, queste cavità hanno dato vita a delle grotte visitabili con l’accompagnamento di guide e speleologi. Una delle più spettacolari è la Grotta del Monte Cucco, un complesso sorprendente che, oltre alle meraviglie naturali, sorprende anche per alcuni dettagli della sua storia: da alcuni graffiti al suo interno sappiamo infatti che venne esplorata già nel 1499 e nel 1551.
CuriositÃ
Pur essendo uno dei parchi meno antropizzati della regione, al suo interno troverete alcuni piccoli borghi, dediti per lo più all’artigianato, all’agricoltura, alla gestione dei pascoli e dei boschi. Poco più a valle poi, si estendono gli agglomerati urbani di Gubbio e Gualdo Tadino.
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