SHARRYLAND
Santuario dei Santi Vittore e Corona
Un inaspettato gioiello di arte romanico-bizantina a strapiombo sulla roccia sulla strada verso le Dolomiti
Dov'è
Cos'è e dov'è
Il Santuario dei Santi Vittore e Corona è un meraviglioso esempio di arte romanica e bizantina. Si incontra inatteso nei pressi del borgo di Anzù, lungo la strada che da Treviso porta a Feltre. Ma lo si scorge solo alzando gli occhi al cielo, com’è anche giusto che sia per un luogo sacro, perché è posto a strapiombo su uno sperone di roccia. Un suggestivo chiostro a due ordini di loggiati racconta, con le sue lunette affrescate in stile popolare, episodi della vita del Santuario e di Feltre. Sono invece custoditi all’interno i bellissimi affreschi opera di allievi di Giotto, di Tommaso da Modena e di Vitale da Bologna.
Perché è speciale
Dall'alto del Santuario si gode di un magnifico panorama. Lo sguardo spazia in giù, nella vallata percorsa dal torrente Sonna, a breve distanza dal Piave: filari di alberi, alture, ville, case e, in fondo, adagiata sui colli, la bellissima città murata di Feltre. E poi il Monte Grappa e il fondale delle vette che annunciano le Dolomiti.
Da non perdere
Per chi vuole immergersi a poco a poco nel silenzio e nel raccoglimento, è possibile compiere a piedi l’ultimo tratto di strada che da Anzù si inerpica verso il Santuario, con una breve passeggiata lungo un sentiero ben curato, costellato di piccole cappelle. Il Santuario è anche punto di partenza e di arrivo del «Cammino delle Dolomiti»: un percorso ad anello in 30 tappe (oltre 500 km) che abbraccia l'intera provincia di Belluno da nord a sud, incontrandone i luoghi più significativi dal punto di vista religioso e storico.
Un po' di storia
Il Santuario, a croce greca, fu costruito «di getto» per volere del grande feudatario Giovanni da Vidor tra il 1096 e il 1101, in onore dei Santi Martiri Vittore e Corona, le cui spoglie sono custodite nel «Martyrium». Sono proprio loro i patroni della città di Feltre, morti martiri in Siria nel 171. Vittore era un soldato romano e Corona era la moglie sedicenne di un suo commilitone. I due santi vengono ricordati nelle due feste del 14 maggio (festa liturgica) e del 18 settembre («San Vetoret», che ricorda l’arrivo delle reliquie sul monte Miesna).
CuriositÃ
Secondo le credenze popolari, chi si siede sulla cattedra vescovile duecentesca guarisce dal mal di schiena.
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