SHARRYLAND
Baia di Porto Selvaggio
Le acque cristalline, la pineta e la storia antica dell'Uomo, un angolo di paradiso in Salento
Dov'è
Cos'è e dov'è
Situato nel territorio di Nardò, il Parco regionale di Porto Selvaggio e Palude del capitano offre una perfetta sintesi di quello che la natura ha da offrire in territorio salentino. Un incantevole mix di mare cristallino, verde brillante della pineta, e tracce dell'evoluzione dell'uomo, dalla preistoria ai giorni nostri.
Perché è speciale
Che ci si trovi sulla spiaggia o nella pineta, quella che si vive è un’esperienza davvero unica. Proprio questi luoghi infatti, furono scelti come rifugio da uomini antichissimi, Neanderthal e Sapiens che si insediarono in diverse grotte sul territorio. Secondo i ritrovamenti fatti sembra che le due specie non siano la seconda la netta prosecuzione della prima, ma piuttosto due specie che abbiano addirittura convissuto nelle stesso periodo lo stesso territorio.
Da non perdere
Chissà se nella preistoria ammiravano i tramonti come noi… certo è che oggi ne siamo affascinati, e a buon motivo! I colori intensi che incendiano il cielo, qui si riflettono sul mare, tingono le rocce e disegnano morbide ombre nella pineta. In poche parole, quello che si ammira da qui è sicuramente uno dei tramonti più belli di tutto il Salento, l'emozione più intensa che Porto selvaggio regala ai suoi visitatori.
Un po' di storia
In tutto il Parco sono presenti una decina di grotte-riparo, in cui fin dagli anni ‘70, sono stati effettuati scavi archeologici, rinvenendo manufatti litici, databili al Paleolitico, e quindi risalenti all'uomo di Neanderthal (grotta di Capelvenere). Tuttavia, in altre grotte nella baia di Uluzzo e presso serra Cicora, sempre all'interno del Parco, sono stati ritrovati resti e necropoli riconducibili all'uomo Sapiens. Ma i racconti di storia del Parco parlano di epoche ancora più lontane: proprio sulla baia di Porto Selvaggio, sulla falesia, sono ben visibili i passaggi delle ere geologiche.
Curiosità
Nel Parco è presente anche una delle tante torri costiere del Salento: la Torre dell'Alto. Si erge maestosa sulla costa, a dominare la baia di Porto selvaggio. La sua suggestiva bellezza la rende il luogo ideale di tante leggende, tra cui quella di una fanciulla, che per sfuggire alla terribile usanza dello ius primae noctis, si sarebbe gettata dalla torre andando incontro alla morte. Da qui il nome della «rupe della dannata».
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