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Meraviglia
Meraviglia  }  Luogo di culto

Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore

Autentico gioiello del rinascimento milanese

Dov'è

Lombardia

Corso Magenta, 15, 20123 Milano MI, Italia (122m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è

La chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore potrebbe passare del tutto inosservata al civico 15 di corso Magenta. All’esterno la facciata è molto sobria, ben attenta a non attirare l’attenzione, che i passanti spesso mantengono concentrata sui loro pensieri. Se solo i loro occhi si lasciassero distrarre da quel volume chiaro e verticale, riuscirebbero a raggiungere i quattro gradini di accesso e ad entrare in un mondo sconosciuto perfino a molti di loro, milanesi Doc.

Perché è speciale

Ed è proprio superata la soglia che si trova il vero gioiello da visitare. Quella che da fuori sembra una chiesa ad aula unica si svela invece per quello che è: un ambiente più complesso, diviso in due aule: una per i fedeli e una per le monache dell’attiguo convento, ormai perduto. L’insieme è così ricco di opere d’arte da costituire una raccolta

Da non perdere

È stata affrescata dai migliori artisti rinascimentali che operavano a Milano tra il 1510 e il 1575 circa, e molti di loro dimostrano in alcune citazioni di aver subito il fascino della pittura di Leonardo da Vinci. In particolare, gli affreschi di Bernardino Luini e figli sono la maggiore testimonianza dell'arte di questo artista a Milano, visto che si sono perse le tracce di molti suoi lavori nel capoluogo lombardo. Segue il coro ligneo di inizio '500 attribuito a Giovan Giacomo Antegnati al centro dell’aula delle monache, ancora oggi in uso per concerti di musica classica.

Un po' di storia

Questo edificio faceva parte di un complesso che per molti secoli è stato il più importante monastero benedettino femminile di Milano, fino alla sua soppressione in età napoleonica. La chiesa che vediamo oggi è il risultato di un cantiere cominciato nel 1503 e terminato nel secondo decennio del XVI secolo, su progetto di Gian Giacomo Dolcebuono.

Curiosità

Il viso di una delle figure ritratte negli affreschi dedicati a Santa Caterina ha dei tratti particolari. Pare infatti che l’artista le abbia dato le sembianze della vedova nera del Rinascimento milanese, la contessa di Challant. Siete curiosi di scoprire la sua storia? Provate a chiedere a qualcuno del posto, se siete fortunati scoprirete una vicenda degna dei migliori libri noir storici!

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Paolo Borrelli

È considerata "La cappella Sistina" di Milano e della Lombardia per le pitture parietali che coprono gli interni. Ha conservato la particolare divisione in due aule, un tempo riservate ai fedeli l'una e alle monache l'altra.

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Paola Raverdino

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