SHARRYLAND
I «Copafoo»: vita di montagna
Un piccolo museo per scoprire la storia e l'anima di una comunità
Dov'è
Cos'è e dov'è
Nel cuore del borgo montano di Casasco d'Intelvi, frazione del comune sparso di Centro Valle Intelvi, c'è una piccola costruzione rurale in pietra che ricorda le vecchie case di montagna: è il Museo Etnografico della Civiltà Contadina, delle Arti e dei Mestieri. Curato con amore e orgoglio dall'Associazione Amici del Museo di Casasco, racchiude tradizioni, storie e leggende della Val d'Intelvi. Un Museo che vive anche grazie al contributo degli abitanti del borgo, che hanno donato le loro testimonianze e i loro ricordi per creare un meraviglioso patrimonio comune.
Perché è speciale
Entrando respiriamo un'atmosfera antica e ci sembrerà di fare un salto in una vita lontana, scandita dalle stagioni e dalle ricorrenze, talvolta dura, ma autentica. I due ambienti del museo ci raccontano la realtà domestica e contadina e quella delle attività artigianali, attraverso una minuziosa ricostruzione ricchissima di oggetti d'epoca e di materiale fotografico. Il Museo non è solo il racconto della storia di una comunità, ma anche della sua anima. Un'anima che vive d'amore per la montagna, per le cose fatte a mano, per le storie e le tradizioni che ne hanno plasmato l'identità.
Da non perdere
Il Museo conserva uno spazio tutto dedicato alla lavorazione della scagliola, un particolare tipo di gesso usato sia nell'edilizia che per la produzione di pezzi artistici e decorativi come sculture e intarsi. Non solo allevatori e contadini dunque, gli intelvesi divennero famosi anche a livello internazionale come artisti della scagliola, dando vita a un fenomeno di emigrazione stagionale e a un riassetto della piccola società della valle: patriarcale nei fatti, matriarcale nella sostanza.
Un po' di storia
Inaugurato il 5 Novembre 1995, il Museo nasce da un’idea di Piergiorgio Cairoli, allora sindaco del paese, con lo scopo di conservare e tramandare il patrimonio culturale della civiltà della Val d'Intelvi, cercando di rispettare gli ideali e i sentimenti delle persone che con tenacia affrontavano una vita per molti versi a noi sconosciuta. Da qui nasce anche l'idea del museo diffuso, con la creazione di percorsi a piedi nei dintorni di Casasco, come il «Percorso dei contrabbandieri e dei Copafoo» pensato per ripercorrere storie e leggende di questa terra di confine.
Curiosità
Gli abitanti di Casasco portano il soprannome di «Copafoo», in riferimento a una vecchia leggenda: una notte, confuse le luci dei fuochi fatui emanate dalla decomposizione naturale di un faggio (foo, in dialetto locale) con gli occhi di un lupo, i casaschesi lanciarono l’allarme in paese e partirono armati di vanghe e bastoni diretti al bosco. Accortisi dell'errore cercarono di nascondere il fatto, preoccupati di essere coperti di ridicolo dagli abitanti dei paesi vicini. Neanche a dirlo, la notizia dell’errore si diffuse nella valle e da allora gli abitanti di Casasco vengono soprannominati ironicamente i «copa foo», gli «ammazza faggi».
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