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I furneddhri del Salento

Echi di un passato lontano, ma non troppo

Dov'è

Puglia

Str. Vicinale Casarano Masseria Palla, 73042 Casarano LE, Italia (150m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Il Salento, ed in particolare l'area a est di Casarano, ha una campagna incantevole, dove il colore dorato dei campi di grano è punteggiato dal verde degli ulivi e dal bianco-grigio delle pietre di costruzioni rurali. Queste, come inconsapevoli del tempo trascorso dai loro giorni di gloria, rimangono ferme al loro posto, pronte ad offrire i loro servigi a chiunque ne abbia bisogno. E allora mettiamoci in marcia e andiamo a scoprirli uno ad uno se serve, e chissà che le loro vecchie pietre non ci raccontino qualche episodio di un passato talvolta neanche troppo lontano.

Echi di un passato rurale

Le storie da raccontare sarebbero davvero tante. Queste costruzioni rurali infatti, erano dei ripari giornalieri per i contadini che lavoravano nei campi, ma spesso anche utilizzati come dimore stagionali da intere famiglie. La loro forma può ricordare quella dei trulli, e tenendo questo a mente, diventa più facile scorgerle per le campagne del Salento e capire che sono uno dei simboli più importanti della cultura contadina del territorio. Queste strutture megalitiche venivano costruite con la tecnica della muratura a secco, ed erano frutto di secoli di spietramento dei campi.

Uno sguardo nella vita contadina del tempo

Fra le attività più importanti che le famiglie contadine svolgevano d’estate nei campi, certamente è da ricordare la raccolta e la torrefazione dei fichi, presenti fino al secolo scorso in abbondanza nel territorio salentino, soprattutto lungo le coste dell’areale adriatico. Infatti non di rado annesse a tali costruzioni si possono trovare le cosiddette «spase» o «littere» cioè apposite basi in pietra sulle quali venivano essiccati i fichi con l’ausilio dei caratteristici «cannicci» o paglie. Inoltre altrettanto frequente era la presenza di un forno a legna esterno o interno all’abitazione utilizzato per la torrefazione di questi prodotti, un tempo alla base dell’ economia salentina assieme ai «7 ori del Salento».

01-furnedhriUno dei furrnedhri visto da davanti

La maggior parte delle strutture oggi ammirabili, attraverso fonti scritte di tipo materiale nonché grazie alla memoria locale, sono databili tra ‘800 e ‘900 sebbene esistano costruzioni risalenti addirittura al ‘600 o ‘700. Nei Catasti Onciari del XVIII secolo infatti ricorre frequentemente la descrizione di «chiusura con pagghiaro». Strutture ad un solo vano, Pajare e Furneddhi dal punto di vista strutturale condividono la caratteristica pianta circolare o quadrata, e la peculiare volta troncoconica, fiore all’ occhiello di questi monumenti del Salento. Fanno eccezione le «lamie» o «liame» di più recente e moderna costruzione, con pianta rettangolare e volta a botte.

Trulli? Non proprio

Paragonando queste strutture ai più famosi trulli baresi, oltre alla più evidente differenza funzionale (in quanto i trulli sono vere e proprie abitazioni civili presenti anche e soprattutto nei centri abitati) il «Furneddhu» presenta delle importanti differenze rispetto a queste altre soprattutto dal punto di vista strutturale e architettonico. La particolarità di queste costruzioni rurali salentine risiede in una differente tecnica di costruzione che prevede la realizzazione di una muraglia molto spessa, per lo più a gradoni, e che nel vano interno va invece a formare una particolare cupola a cerchi concentrici con in sommità una lastra di chiusura finale detta «occhio». Nella maggior parte dei casi i braccianti, dopo aver spietrato e raccolto le pietre dai terreni, non provvedevano alla realizzazione della struttura autonomamente ma veniva commissionato il lavoro a maestranze specializzate le quali davano vita ad abitazioni di diverse forme e dimensioni. È possibile notare fra le centinaia di edifici sparsi nel Salento un’evoluzione storica nella tecnica di costruzione utilizzata dai maestri «truddhari» in particolar modo nell’entrata e nella disposizione del/le architravi; inoltre molti di essi incidevano sull’occhio particolari simboli e non di rado, all’ingresso, l’anno di costruzione ed epigrafi di vario genere che permettono a noi di poter meglio studiare questi gioielli del paesaggio rurale salentino.

02-furnedhriStrutture viste dal retro

Anche i Furnedhri custodiscono dei segreti

Quello che maggiormente affascina è che ognuno di essi ha le proprie peculiarità, la propria storia, la propria funzione e molti altri segreti che rischiano di passare in osservati se non si conosce bene la cultura del luogo e se non si possiede un occhio ben allenato. Quel che è certo è che al loro cospetto, in mezzo ad una campagna così bella, sorge spontaneo sedersi in cerchio per ascoltare una storia raccontata da chi questo territorio ce l'ha nel sangue e nel cuore.

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