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Meraviglia
Meraviglia  }  Luogo di culto

Il complesso romanico di Galliano a Cantù

Uno splendido esempio di primo romanico in Lombardia con affreschi antichissimi

Dov'è

Lombardia

Via S. Vincenzo, 8, 22063 Cantù CO, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è il complesso romanico monumentale di Galliano

Su una verde collina alla periferia di Cantù sorge uno dei migliori esempi di primo romanico in Lombardia, la Pieve di San Vincenzo con il suo Battistero. Gli esterni sono semplici e sobri, pietra grigia alternata a sassi di fiume che spiccano sul verde del prato. Facciata a doppia capanna per la chiesa, con la navata destra persa nel tempo, e bella abside con archi ciechi e lesene. Il battistero è più elaborato, con pianta a croce che appare sinuosa, quasi lobata all’esterno, coronata da un tiburio ottagonale e preceduta da una nicchia d’ingresso.

Da non perdere: un tuffo nel passato all'interno della pieve

Ma sono gli interni ad essere straordinari. Il battistero ha la cupola a otto lati, sotto si notano le tozze aperture dei matronei, e al centro dell'ambiente spicca la massiccia vasca battesimale. La chiesa, un tempo a tre navate, ha il presbiterio rialzato sulla cripta, che conserva capitelli della precedente costruzione.

Perché è speciale: gli affreschi millenari della chiesa

Il vero tesoro del complesso è però costituito dagli affreschi della chiesa, risalenti, i più antichi, al Mille. Splendido il blu intenso del catino absidale, con al centro Cristo nella mandorla, insolitamente in piedi, a figura intera; sotto, tre riquadri narrano del martirio di San Vincenzo. Non perdete il terzo, in cui il corpo del santo è insidiato da tre uccellacci mentre un corvo li tiene a bada. Sulla parete destra ci sono le storie, più tarde, di Sansone e di San Cristoforo. Altri affreschi, del tardo duecento, sono all’ingresso della cripta e rappresentano la Vergine col Bambini tra Santi.

Un po' di storia

Già nel V secolo esisteva qui una piccola chiesa paleocristiana. Nel 1007 la chiesa venne consacrata e dedicata a San Vincenzo di Saragozza da Ariberto d’Intimiano, poi Vescovo di Milano. Seguirono anni di abbandono e di uso improprio finché agli inizi del '900 iniziarono i restauri. Coevo alla chiesa, o forse addirittura precedente è il battistero.

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Consigliato da
Patrizia Iome

Un magnifico luogo, carico di fascino e di storia, lontano dal caos della città. Imperdibile per gli appassionati di storia dell’arte.

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