Il Percorso degli Affreschi a Chiusa Pesio

Da non perdere

Chi arriva in Valle Pesio rimane incantato dalle sue montagne maestose, dai suoi boschi e dalle sue cascate, dalle sue testimonianze di arte e di Storia… E dall'incredibile quantità di locande, trattorie, ristoranti e agriturismi in cui i prodotti tipici vengono declinati in mille interpretazioni risultando sempre sorprendenti. Formaggi di alpeggio, selvaggina, trote di torrente che nulla hanno da invidiare al salmone, e poi castagne e piccoli frutti… Non si vorrebbe più alzarsi da tavola se non per vedere altre meraviglie, non si vorrebbe più fermarsi se non per trovare un'altra tavola con altri profumi, altri sapori!

Un po' di storia

Chiusa Pesio evoca nel suo nome mura e sbarramenti, e ancora si vedono, sull'altura che domina il paese, i ruderi di quello che doveva essere un imponente castello: il Mirabello. In realtà la zona è stata abitata fin dall'Età del Bronzo, e proprio questo luogo ci ha restituito un deposito di oggetti di ornamento e di uso quotidiano, che un fonditore preistorico aveva raccolto probabilmente in un angolo della sua fucina, per poterli rifondere. La storia di Chiusa fu poi segnata dalle scorrerie dei Mori, quei temibili Saraceni che dai loro avamposti in Provenza calavano a depredare le vallate del basso Piemonte. Queste battaglie lasciarono una scia sanguinosa anche nei toponimi (Ardua, Mortè, Malmasel, cioè terribile macello, Prel, dal latino «proelium», cioè battaglia). Nemmeno la fondazione della Certosa nel 1173 assicurò una pace duratura, perché fino al XVI secolo vi furono screzi e liti tra chiusani e monaci.

Curiosità

Tra i molti affreschi, uno rappresenta un frate dall'espressione estatica, lo sguardo assorto verso il Cielo: si tratta del Beato Antonio Le Coq, nativo della Valsusa ma destinato dal suo rigore ascetico ad una vita di contemplazione lontana dai fasti e dalla confusione delle città. Questo non gli impedì di diventare consigliere spirituale della duchessa Jolanda di Savoia, e di raccogliere in un libro le profezie relative alla casata della sua protetta. Dopo la morte del Beato Antonio, Carlo VII di Francia entrò in possesso del libro, e da qui le notizie cadono nel mistero: alcuni vogliono che il prezioso volume sia andato perduto durante una battaglia, altri sostengono che il re stesso, sconvolto dalle rivelazioni, lo abbia distrutto… C'è chi pensa che il libro abbia sempre accompagnato la stirpe sabauda in gran segreto, e chi nega che abbia mai lasciato la Certosa.