SHARRYLAND
Dov'è
L’arte della pietra
Non potete capire la magia di Sant’Ippolito se non lasciando la macchina e passeggiando per via Raffaello e poi verso il campanile. Se lo farete, vi accorgerete che i vostri occhi si distrarranno spesso, soffermandosi davanti al portale di un palazzo, seguendo sinuose modanature e volute che si trasformano in mostruosi mascheroni, scoprendo piccole sculture religiose su case ed edicole lungo le stradine fuori dal centro abitato. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto che si snoda lungo via Raffaello, e all'interno del centro storico, prima di raggiungere i begli altari delle chiese, riccamente decorati.
Lungi dall’essere lezioso, questo movimento continuo sulle facciate degli edifici è la testimonianza di un’arte antica e radicata nell’animo dei santippolitesi. Tanta era la maestria degli scalpellini del luogo che la loro opera è uscita come un fiume in piena dalle loro botteghe e si è riversata sugli edifici del centro storico. Alcune delle opere in pietra arenaria che arricchiscono le strade del centro e delle frazioni, però, sono di artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, realizzate durante "Scolpire in piazza" un prestigioso simposio internazionale di scultura che si è tenuto ogni anno a luglio dal 2000 al 2016.
L’orgoglio di un piccolo grande borgo
Non è un caso se il borgo viene chiamato ancora oggi «il paese degli scalpellini». Nel territorio di Sant'Ippolito infatti si trovavano cave di pietra arenaria di un bel colore giallo e azzurro. La zona vantava anche la presenza di cave di gesso con dei valenti maestri nella sua lavorazione, tanto bravi da far nascere la leggenda che per le donne in cerca di marito fosse sufficiente fare un «pellegrinaggio» a Sant'Ippolito per farsi confezionare su misura un marito, il cosiddetto pupo di gesso.
L'abbondanza delle materie prime favorì la nascita di una fitta rete di botteghe artigiane altamente qualificate. Uno storico locale, Augusto Vernarecci, in uno scritto del 1900, narra che «alla dimenticanza, a cui gli abitanti sarebbero stati inevitabilmente condannati dalla piccolezza del luogo, essi sfuggirono col darsi, fin da remota età al lavorìo delle pietre da taglio, possedute in copia nei dintorni, e più tardi all'intarsio dei marmi». Nei secoli le maestranze locali acquisirono competenze, stima e prestigio, tanto da essere cercati per tutte le Marche e l'Umbria.
Un giorno da scalpellino
Aggirarsi per le strade del borgo è sicuramente un buon metodo per ammirarne le bellezze, ma perché non rendere la cosa più interessante? Per esempio, potete mettere le mani in pasta partecipando al corso di scultura su pietra arenaria organizzato annualmente dalla Pro Loco, visitare una bottega scalpellina, o, perché no, una caccia al tesoro alle opere antiche e moderne in arenaria disseminate per le vie di Sant'Ippolito capoluogo e delle sue frazioni, con prima tappa al MUTAS, museo del territorio e dell’arte degli scalpellini dedicato al maestro Rossi.
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