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Rapone, il paese delle fiabe
In Basilicata, il borgo che ha ispirato Giambattista Basile si fa custode delle fiabe del mondo rurale.
Dov'è

Un piccolo borgo nel Vulture Melfese
838 m s.l.m. e più o meno altrettanti abitanti, stradine strette e case in pietra, ben 7 chiese e una piazza con un’antica fontana e con una vista spettacolare sulla valle dell’Ofanto e sul Vulture Melfese… Rapone è un piccolo borgo dell’entroterra lucano, al confine con la Campania, unico per la mission che si è dato: salvaguardare e diffondere il folklore e le fiabe della tradizione orale.
Perché è speciale: il Paese delle Fiabe
U Scazzamauriedd, A Mana Longh, A Masciara, U Scorciaman, U Lup Cumunal… Sono queste le figure magiche e spaventose che da secoli popolano l’immaginario collettivo. Il paese intero si è unito nella volontà di tenere vivi i racconti tramandati di generazione in generazione nel ruvido dialetto locale. Anzi, ne ha fatto la propria bandiera, l’espressione più autentica della sua identità.
Da non perdere: dove e quando scoprire le fiabe di Rapone
In giro per il paese ci sono 5 installazioni sonore dedicate ai 5 personaggi delle fiabe. Per esempio, potrete incontrare u Scazzamauriedd, folletto dispettoso dal cappello rosso, nel parco giochi di Villa Comunale. C’è poi un prezioso museo interattivo che piacerà a grandi e piccini: il nome è evocativo: C.E.R.A. una volta. Soprattutto c’è un calendario fitto di eventi che celebrano le fiabe, tra cui spiccano due festival (in agosto e in dicembre) e persino una maratona! Da non perdere, infine, il magico Soffione che al primo alito di vento forse porterà i vostri desideri a chi li potrà esaudire.
Un po’ di storia
Nel Seicento Giovan Battista Basile, il precursore del genere letterario della fiaba, passò da Rapone e rimase incantato dai racconti della tradizione orale. Li raccolse in un libro, «Lo Cunto de li Cunti» ed è proprio da questo libro che i grandi narratori di fiabe europei - Perrault, Andersen e i fratelli Grimm - trovarono ispirazione! Petrosinella ne è solo un esempio, immortalato in un grande murale nel borgo.
Tra sacro e profano, un paese unito intorno alle sue radici
Questa preziosa opera collettiva di recupero delle radici - avviata nel 2010 - tocca anche la storia più recente: «Come eravamo» è una piccola mostra permanente che ci fa entrare in una casa di paese rimasta esattamente com’era dal secondo dopoguerra. Infine, sono molto sentite in paese anche le feste religiose, in particolare la festa del patrono, San Vito Martire (15 giugno), con le infiorate, la processione e la cerimonia di Benedizione del Pane.
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PNRR M1C3 Misura 2 Investimento 2.1, Linea B "Attrattività dei borghi" CUP H59G22000030006
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