SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Direttamente affacciato sul Lago Maggiore, tra i riflessi del lago e la maestosità delle montagne, si trova lo Spazio BIG Verbania BIG Emotion. Le sue vetrine, incastonate nella cornice di un antico palazzo, da lontano riflettono l’azzurro dell'acqua, ma avvicinandosi rivelano tesori artistici di assoluta bellezza.
Perché è speciale
All’interno delle sale è possibile ammirare una selezione di opere di altissima qualità, che permettono di compiere un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte e delle civiltà: dal VII secolo con alcune sculture cambogiane e indiane fino al XXI secolo con opere astratte e informali giocate sulla potenza del colore. L'allestimento cambia periodicamente per presentare al pubblico nuove opere.
Da non perdere
Non fermarti alle vetrine! All’interno della galleria ci sono altre stanze, non visibili dall’esterno, che come scrigni preziosi nascondono ulteriori capolavori dell'arte pittorica, scultorea, tessile. Si possono infatti osservare dipinti di grandi pittori come Pieter Mulier detto il Cavalier Tempesta, Francesco Tironi, Iacopo Chimenti da Empoli, Paolo De Matteis, Jacques Blanchard, Luca Giordano, Francesco Nenci, Eugenio Gignous, Gino Severini, Errò e Roberto Ciaccio.
Un po' di storia
Lo Spazio BIG Verbania è la sede di Amalago - Associazione per la promozione artistica e culturale del Lago Maggiore, fondata da Massimo Ciaccio insieme a Elena Croci, professoressa dell'Accademia di Brera, e a Giancarlo Lacchin, professore dell'Università Statale di Milano. L’Associazione ha come finalità e visione la valorizzazione del territorio che si trova tra Piemonte, Lombardia e Svizzera e vuole essere riferimento artistico-culturale per chiunque si interessi al Lago Maggiore, alle sue bellezze naturalistiche, all’arte e alla cultura, in qualsiasi modo espressi.
Curiosità
Ad accogliervi all’ingresso c’è una monumentale tela raffigurante l’Uccisione dei figli di Niobe: il dipinto è stato da poco attribuito al pittore Francesco Nenci, definito «il Foscolo della pittura», attivo tra Neoclassicismo e Romanticismo. Il soggetto raffigurato è tratto dalla mitologia greca: Niobe, figlia di Tantalo, aveva sposato Anfione, Re di Tebe, dal quale ebbe 14 figli. Fiera della sua numerosa prole di origine divina (Tantalo era figlio di Zeus), Niobe si riteneva superiore a Latona, madre di Apollo e Artemide, tanto da impedirne il culto nella sua città. I figli di Latona, allora, uccisero tutti i figli di Niobe per difendere l’onore della loro madre. La tela mostra il momento più concitato del mito, in cui Apollo e Artemide hanno già ucciso molti dei figli di Niobe e lei, al centro, tenta disperatamente di proteggere due fanciulle; suo marito, sul lato destro, distrutto dal dolore, si toglie la vita trafiggendosi con la spada.
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