SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
È una delle «ville di delizia» presenti a Corbetta e si trova dietro il Santuario della Beata Vergine. Un'affascinante costruzione bianca circondata da un meraviglioso parco. L'edificio principale ha la caratteristica pianta a U, le cui ali laterali e il corpo centrale si prospettano nel cortile d'onore. Il corpo centrale poggia su tre archi a tutto sesto retti da colonne binate di ordine toscano. A parte questo, la facciata non presenta decorazioni particolari ma è giocata sulle sporgenze e rientranze, con spigoli arrotondati che conferiscono all'insieme una grande leggerezza.
Perché è speciale
Gli interni eleganti meritano di essere attraversati con calma per cogliere anche i piccoli dettagli, come l’insegna araldica sopra la porta che conduce al salone del pianterreno e che ritorna quasi uguale nello scalone centrale, gli affreschi della sale e dei saloni che emergono in parte da sotto i successivi intonaci, e perfino alcune bocchette che costituivano i terminali di un sistema di riscaldamento ad aria calda.
Da non perdere
Sicuramente il bellissimo giardino all'inglese di gusto romantico, dove si trovano anche una grotta artificiale e una pagoda in stile orientale, mentre l'unico elemento che rimanda al gusto del giardino all'italiana è il viale d'accesso, che crea un asse scenografico centrato sulla villa.
Un po' di storia
Sulla pianta del catasto Teresiano (1722-23) non è raffigurata la villa nella forma in cui si presenta oggi, ma è riprodotto un edificio preesistente, che dal 1755 risulta di proprietà di don Filippo Muttoni-Visconti: fu questi, probabilmente, che verso la metà del '700 lo trasformò nella villa attuale. Secondo una tradizione non verificata , negli anni a cavallo della battaglia di Magenta la villa avrebbe ospitato il quartier generale austriaco. Nel 1929 la Villa fu acquistata dai coniugi Massari, i cui eredi sono gli attuali proprietari. Oggi il primo piano è abitato dai proprietari e la villa è visitabile solo in occasioni speciali.
Curiosità
Villa Massari si trova in una zona dedita alla coltivazione del gelso, eppure al suo interno troviamo delle cantine. Anzi, da alcuni dettagli come le aperture sagomate per far rotolare dentro e fuori le botti, e i pozzetti di scolo nel pavimento, capiamo che erano anche delle cantine molto operose. Questo perché la coltivazione del gelso è in realtà piuttosto recente, ma prima, fino alla fine dell’800, le campagne circostanti erano coltivate a vigneto.
Per organizzare il viaggio
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