SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Si risale a morbide curve la valle del Lierza, affluente del Soligo, sulla strada che da Refrontolo porta a Rolle. Quel che per prima risalta alla vista è la 'croda', superficie rocciosa che forma un dislivello di una dozzina di metri, costringendo l’acqua del fiume a un salto al termine del quale forma un laghetto. Sulla destra appare poi il pittoresco edificio del molino, con la ruota a cassettoni mossa dal flusso derivato lungo una canaletta. Il vezzeggiativo, 'molinetto', è appropriato perché sembra proprio un luogo di fiaba.
Perché è speciale
Installato nel Seicento, si tratta in effetti di un complesso di edifici dalle funzioni complementari: il molino vero e proprio, contenente la macina da cereali, e l’alloggio per la famiglia del mugnaio con annessi stalla e granaio. Fondato sulla roccia, il molino ha resistito non solo al tempo, ma anche alle alluvioni che ingrossano la cascata in modo impressionante. Perfettamente restaurato, il Molinetto della Croda, è oggi custode della memoria di un particolare aspetto della civiltà contadina.
Da non perdere
Durante la visita guidata è possibile assistere alla macinazione del granoturco come se la scena si svolgesse cent'anni fa con la piacevole sorpresa di poter acquistare un sacchetto di farina da polenta fresca di mulino. E prima dell'irrinunciabile sosta in una delle molte trattorie della zona, volendo stimolare l'appetito, ci sono anche i facili sentieri che dal molino risalgono i dintorni di una valle dai molteplici interessi naturalistici.
Un po' di storia
Per quasi quattro secoli, fino al 1953, il molino ha visto generazioni di contadini giungervi con carretti carichi di granaglie e allontanarsi con sacchi di farina. In ottobre, poi, faceva da sfondo anche alla festa per l’avvio della molitura del mais, che in dialetto si chiamava ‘biava’. Era l’occasione per ritrovarsi, per sedersi intorno a un tavolo a giocare a carte, apprezzando il vino nuovo, così come all'occasione si fa ancora oggi in chiave folcloristica ricordando quei tempi. Oggi il mulino è ancora in funzione, mantenendo attiva la macinazione di 2 varietà di mais: il «biancoperla» e il «marano».
Curiosità
Il termine ‘croda’ è familiare a chi frequenta le Dolomiti: celeberrima, la Croda da Lago, che domina Cortina d’Ampezzo. Secondo il dizionario etimologico è voce settentrionale di origine incerta che sta a indicare un tipo di roccia diffusa nel Veneto e per estensione certe guglie dolomitiche isolate da canaloni, con pareti nette e spigoli vivi. Il che a suo modo trova conferma in questo angolo della Marca Trevigiana che con il suo pittoresco mulino sembra uscito da una fiaba.
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