SHARRYLAND
Capo Caccia, santuario della natura
Il Nord-Ovest della Sardegna ha per simbolo il promontorio che si staglia nel tramonto di Alghero
Dov'è
Cos'è e dov'è
Alghero è il punto di riferimento per la visita della Sardegna nord-occidentale, che nella toponomastica isolana va sotto il nome di Nurra. L’entroterra riserva scenari suggestivi, ma è la costa a dare le emozioni maggiori, specie se si pensa alla selvaggia bellezza di Capo Caccia. Questo promontorio, che con le sue pareti verticali sembra sfidare il mare, è il fulcro di un parco naturale che tutela 60 chilometri di litorale e buona parte dei fondali antistanti, ricchi di biodiversità.
Perché è speciale
Otto miglia marine, ovvero 15 chilometri, per tre quarti eccezionalmente panoramici, separano Alghero da Capo Caccia, promontorio spettacolare non solo per altezza e verticalità delle sue pareti, ma anche per le grotte che si aprono a livello del mare: Grotta Verde, Grotta dei Ricami, Isola Foradada… sono nomi che lasciano intendere meraviglie; e la fiabesca Grotta di Nettuno si raggiunge anche da terra scendendo i 656 gradini della vertiginosa Escala del Cabirol.
Da non perdere
Ad accrescere il valore ambientale di Capo Caccia è la presenza di una delle ultime colonie di avvoltoi grifoni (Gyps Fulvus) dell’isola, senza per questo sottovalutare la pittoresca realtà delle mandrie di cavallini della Giara e di asini selvatici, liberi di scorrazzare nella macchia mediterranea. A tutela di tutto ciò sono state istituite due zone protette: la Riserva di Porto Conte, che interessa 550 ettari di costa, e la Riserva Marina di Capo Caccia e Isola Piana.
Un po' di storia
Alghero, sulla costa nord-occidentale dell’isola, ha radici catalane. Lo si vede nei monumenti e lo si sente nella parlata iberica; ragion per cui si evoca sempre Carlo V che ebbe a definirla «bonita y bien asentada», cioè «bella e ben fortificata». Le mura turrite offrono una passeggiata al mare allietata dallo spettacolo dei cormorani che si tuffano tra gli scogli. Da ogni punto si scorge la cupola maiolicata della spagnoleggiante chiesa di Sant Miquel, mentre la Cattedrale ha fisionomia sabauda.
Curiosità
Comincia nel 1353 la vicenda di Alghero sotto la bandiera di Spagna: i Genovesi, sconfitti per mare, sgombrano il campo e Pietro IV d’Aragona dispone che la città sia occupata da «pobladores» maiorchini e catalani. La presenza iberica durerà per oltre 350 anni lasciando un’impronta indelebile nella fisionomia cittadina, con palazzi e chiese che offrono scorci di gotico fiorito catalano. Nella «Barceloneta» sarda perfino la toponomastica urbana è bilingue: i vicoli sono anche «carrers» e le piazze «plaças».
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