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Meraviglia
Meraviglia  }  Fiumi e torrenti

Tre uomini in barca - 6 DI 6

Discesa lungo il Po - Giorno 6

Dove il fiume incontra il mare, è il momento di concludere il viaggio. O forse no?

Dov'è

Emilia-Romagna

44020 Gorino FE, Italia (-1m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Siamo alla fine della nostra discesa e provvediamo a quanto necessario. Il più mistico dell’equipaggio, quello che si è riservato il ruolo di sciamano della spedizione, estrae da un sacchetto certi materiali raccolti fin dal Monviso: pezzetti di legno, brandelli di tessuto, fibre vegetali, insomma quanto di volta in volta lo ispirava. Ora è il momento di metterli assieme per realizzare un simulacro rituale della barca e dei suoi occupanti; raggiunto il mare, lo affideremo alle onde perché il nostro viaggio continui simbolicamente verso l’ignoto; solo così lo spirito del Grande Fiume potrà perdonarci l’irriverenza di averlo percorso dall’inizio alla fine.

g6-mare-01Il limite estremo della terraferma è segnato dagli «scanni», incerti cordoni di sabbia frequentati solo dagli uccelli marin

Pochi chilometri e l’Adriatico ci accoglie con l’emozione di una brezza salmastra. Il paesaggio via via si apre, dal viavai degli aironi rossi sui canneti alle lingue di sabbia soggette alla marea: qui li chiamano scanni e pullulano di uccelli marini che s’alzano al nostro passaggio: sterne, fraticelli, beccapesci… a saperli distinguere dal profilo e dal volo. Ci spingiamo fino alla Sacca di Goro, una profonda insenatura coltivata a vongole, proprio così perché il novellame viene seminato in campi tracciati col satellite. I molluschi sono l’oro del delta e c’è anche chi fa bei soldi con la pesca di frodo. Ecco difatti il motoscafo di uno sceriffo «guardavongole» che accosta.

g6-addio-02Per un po’ la navicella rituale non sembra avere nessuna intenzione di prendere il largo, cosa che ci inquieta non poco

Ambiente suggestivo: sole implacabile, gabbiani e cormorani sulle lunghe file di pali; beccacce di mare che razzolano affondando il becco nella sabbia. Lungo i margini della sacca scorgiamo delle barche all'ancora e uno schieramento di capanne di tutto attrezzate, veranda, barbecue e parabola: sono gli «spiaggianti», così viene apostrofato il popolo di questi villeggianti abusivi.

Richiamati al dovere, torniamo alla foce del fiume e prendiamo terra al faro del Bacucco: la chiamano Isola dell’amore e non c’è bisogno di tante spiegazioni, posto magico. La cerimonia abbia inizio: addio Manrichetta, addio tre uomini in barca, buon viaggio e che il mare vi sia lieve!

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Francesco Soletti

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