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Meraviglia  }  Rocche e castelli

Il monte Consolino (m 701) e il castello normanno di Stilo

Un bastione roccioso sormontato dalle pittoresche rovine che rimandano alle vicende del Gran Conte Ruggero

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Dov'è

Calabria

Castello Normanno, 89049 Stilo RC, Italia (0m s.l.m.)

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Una montagna che non passa inosservata

Il monte Consolino (m 701) è la suggestiva mole rocciosa che risalta sul verde della media vallata dello Stilaro. Attorno al monte gravitano i centri di Stilo (m 386), Bivongi (m 270) e Pazzano (m 460). Il centro storico di Stilo occupa uno dei ripiani che digradano dolcemente verso sud-ovest. Bivongi, si distende presso la fiumara Stilaro che aggira il rilievo da nord. Pazzano si trova in una sella aperta tra il Consolino e il monte Stella. Dalla vetta il panorama è a tutto orizzonte: sulla costa, da Capo Spartivento fino a Crotone, con le ondulazioni del primo entroterra; a monte, la verdeggiante dorsale delle Serre con le cime che salgono verso il monte Pecoraro (m 1423), dal quale si irradiano valloni biancheggianti di cascate.

Da Stilo si sale al Castello Normanno

Considerata la posizione strategica, il Consolino fu colonizzato sicuramente dai Greci d’Occidente, ma è all'epoca bizantina che risalgono le presenze più significative, monaci basiliani che si stabilirono nelle numerose grotte del monte. Minuscoli insediamenti religiosi, le cosiddette 'laure', spesso consistenti in un unico ambiente, talora affrescato. Se ne contano sedici, la più importante delle quali è la Grotta di Sant'Angelo. Del periodo normanno restano in vetta le rovine del castello voluto da Ruggero II, un imponente rettangolo di mura con torri e porte. Il periodo d'oro della montagna tuttavia sarà dal Quattrocento all'Ottocento con lo sfruttamento delle vene metallifere a favore delle officine siderurgiche dei centri circostanti.

Un'isola di calcari in uno scenario di granito

Il Consolino, assieme al vicino monte Mammicomito (m 1047), si distingue come un'isola di chiare rocce calcaree nel quadro delle Serre Calabresi, che invece sono per lo più granitiche. Dunque al posto delle linee morbide della dorsale interna, ammantata di boschi e praterie, compaiono crinali seghettati, rocce frastagliate, rupi bizzarre, distese di massi e più in generale manifestazioni carsiche, come grotte e profonde erosioni. Uno scenario, povero di acque superficiali, proprio per la sua natura geologica, dove anche una flora adattata all'ambiente arido contribuisce all'affascinante asprezza dei luoghi.

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